I provvedimenti del giudice amministrativo: tecniche redazionali e linguaggio giuridico.
Il 24 e 25 maggio si terrà un incontro di studi dedicato alle tecniche di redazione dei provvedimenti del giudice e il linguaggio della giurisdizione amministrativa che si terrà presso il Tribunale amministrativo regionale del Lazio nella Sala Tozzi. L’iniziativa si rivolge ai Referendari ma rimane aperta anche ai magistrati amministrativi, agli accademici, agli avvocati e agli altri operatori del diritto che quotidianamente utilizzano la lingua del diritto.
La chiarezza e la sinteticità degli atti e dei provvedimenti del processo, imposte dall’art. 2 del codice del processo amministrativo, vanno necessariamente combinate col rigore tecnico che assicura la precisione giuridica di domande e decisioni. Ciò determina la ricerca di un difficile, ma possibile equilibrio tra l’esigenza di utilizzare un linguaggio attuale e comprensibile e la necessità di decidere e motivare secondo puntuali regole giuridiche, nella convinzione che solo ciò che non è chiaro a chi scrive non può essere comunicato con chiarezza.
A una disamina a tutto tondo del linguaggio del giudice, condotta da un Accademico della Crusca, fa subito da contraltare l’esame delle regole giuridiche e delle dinamiche che governano la formazione della decisione in camera di consiglio, con la puntualizzazione dei ruoli dei componenti del Collegio.
Due sessioni sono poi rispettivamente dedicate al modo in cui le peculiarità del singolo processo possono influenzare le tecniche di redazione dei provvedimenti del giudice e al contenuto e al valore della motivazione nei diversi gradi di giudizio, nonché alla ricerca di tecniche e di lingua uniformi, tra sinteticità e modulistica, anche nella prospettiva del nuovo processo amministrativo telematico (PAT).
In questo contesto, un significativo apporto sarà fornito da un Magistrato francese, che porterà la propria esperienza presso il Conseil d’État.
Concludono l’Incontro due esperienze formative dal taglio pratico, che richiedono la partecipazione attiva dell’uditorio.
Innanzitutto un vero e proprio laboratorio di scrittura giuridica, nel corso del quale un linguista, con l’ausilio di due magistrati amministrativi con funzioni di primo e di secondo grado, esaminerà autentici provvedimenti e atti processuali, raccogliendo le suggestioni della platea e proponendo temi e possibili soluzioni.
Quindi una tavola rotonda finale che, attraverso le voci di professionisti del diritto di diversa estrazione, avrà il compito di analizzare la tecnica motivatoria del giudice amministrativo e il suo linguaggio come prodotto della ibridazione delle lingue di provenienza dei singoli giudici.
Un ruolo fondamentale in quest’ultima sessione rivestirà il dibattito con la platea che, in forma coordinata, potrà versare nel dibattito la propria esperienza.